Il marketing della paura: come le emozioni possono guidare le decisioni
Le emozioni rappresentano il fattore chiave nel marketing, poiché possono attirare l’attenzione dei consumatori, influenzare le loro decisioni e permettere la creazione di un legame emotivo con un prodotto, marchio o azienda.
Attraverso il marketing emozionale è possibile creare un coinvolgimento emotivo profondo con il pubblico (per esempio, una pubblicità che evoca felicità, gioia o commozione è in grado di attirare l’attenzione creando una connessione emotiva con il messaggio o prodotto). Questo coinvolgimento emotivo può avvenire tramite:
- Creazione di associazioni positive: una pubblicità di una bevanda che mostra persone spensierate che si divertono può creare un’associazione tra la bevanda e l’emozione di gioia;
- Stimolazione dell’empatia nei confronti di problemi o situazioni specifiche: una campagna di sensibilizzazione per una causa sociale può fare leva su emozioni di compassione e tristezza per attirare l’attenzione e incoraggiare il sostegno;
- Rafforzamento dell’identità del marchio e differenziazione dalla concorrenza: un marchio di automobili può evocare sensazioni di libertà, avventura e potenza per creare un’immagine distintiva e attraente;
- Generazione di urgenza per spingere all’azione: una promozione a tempo limitato può generare la paura di perdere un’opportunità con l’obiettivo di indurre le persone ad agire immediatamente.
Facendo leva sulle emozioni, quindi, il marketing emozionale punta a creare un’esperienza cliente memorabile, generando, prevedendo e anticipando i bisogni, spesso latenti, delle persone, essendo già in grado di fornire una risposta alle loro azioni e sensazioni.
Marketing Emozionale della Paura
Nonostante siamo abituati a pensare ad associazioni per lo più positive, in realtà, tra le molteplici emozioni che possono essere sfruttate, una delle più potenti è la paura, in quanto può spingere le persone ad agire in modo impulsivo e a prendere decisioni rapide: la strategia del marketing della pausa mira a stimolare le paure e le preoccupazioni delle persone creando un senso di urgenza e di necessità che spinge i consumatori a reagire immediatamente compiendo un’azione (comportamento o acquisto).
Concentrandosi sull’identificazione delle paure dei consumatori, questa strategia può essere utilizzata in vari settori, come la prevenzione medica, la sicurezza personale, l’ambiente, ecc. Ad esempio, le campagne pubblicitarie che mettono in evidenza i pericoli del fumo o le conseguenze di una cattiva alimentazione utilizzano la paura come leva per spingere le persone a cambiare le proprie abitudini.

Fonte Pinterest – Prevenzione e sicurezza
Hai mai sentito parlare di “paura della scarsità”?
Le persone tendono ad agire rapidamente quando percepiscono una possibile perdita o un’opportunità limitata. Basti pensare a quando si legge di un prodotto “in esaurimento”, oppure di un’offerta in scadenza tra X giorni o X minuti: anche se non si ha la reale necessità di ottenere qualcosa, più la sua disponibilità è limitata, più le persone tendono a desiderarla.

Fonte: Booking.com – Resta solo una camera a questo prezzo

Fonte: McDonald’s – Offerta solo da App e dalle 23.00 alle 5.00
Quali effetti può avere il marketing della paura e che implicazioni etiche comporta?
Per quanto riguarda l’impatto emotivo e cognitivo, quando una persona è spaventata, il suo cervello attiva una risposta di lotta o fuga, che può portarla ad agire impulsivamente, prendendo decisioni rapide e inconsapevoli. Inoltre, la paura può anche influenzare la percezione del rischio e della gravità di una determinata situazione, rendendo le persone più disposte a pagare di più per un prodotto o servizio che promette di mitigare la loro paura.
Esiste anche la questione dell’etica e della responsabilità, infatti, se questa strategia può essere efficace dal punto di vista commerciale, solleva anche questioni etiche: stimolare le paure dei consumatori può essere considerato manipolazione e sfruttamento della vulnerabilità delle persone. È importante che chi utilizza questa tecnica sia consapevole del confine tra una pubblicità che sfrutta la paura e una che informa in modo responsabile i consumatori sui reali rischi e benefici di un prodotto o servizio.
Ma la paura funziona davvero?
Attraverso la comunicazione, abbiamo visto, è possibile creare un disagio e destabilizzare, generando un’emozione che spinga ad agire. La paura funziona però quando, dopo ad aver “spaventato”, la comunicazione fornisce anche delle credibili e semplici istruzioni e soluzioni al problema generato che permettano di fidarsi della fonte da cui provengono.
La leva della paura deve essere utilizzata con ingegno e cautela per non rischiare di ottenere l’effetto opposto, ossia generare il caos e terrorizzare (un esempio dei nostri tempi sono state le comunicazioni, spesso contradditorie, durante la Pandemia COVID19, con gli assalti ai supermercati, alle mascherine e alle taniche di Amuchina) o, ancora peggio, paralizzare (se l’informazione è ritenuta non fattibile o non in grado di cambiare le cose, le persone possono non intraprendere alcuna azione e rassegnarsi)!
In conclusione, il futuro del marketing dovrà tenere conto di queste considerazioni e adottare approcci più etici ed empatici per raggiungere i risultati desiderati senza sfruttare le paure delle persone e anticipandone i bisogni. Inoltre, ricordiamo che la paura è la leva emozionale più forte, ma nelle strategie comunicative e di marketing non è l’unica utilizzabile: gioia, felicità, sorpresa, attesa e rabbia, ad esempio, rappresentano ottime leve per raggiungere e stimolare il proprio target.
Analisi SWOT: esempi concreti e mappa di utilizzo
Prima di intraprendere, o anche solo pensare, a una strategia di vendita è importante avere una solida base di analisi dei dati. Significa cioè che non puoi subito buttarti in azioni di marketing dirette senza avere ben presente il quadro generale della situazione. Non puoi iniziare a costruire una casa dalle finestre insomma.
L’analisi SWOT è paragonabile a una parte delle fondamenta della tua casa, quella che regge i muri portanti.
Il nome deriva dall’acronimo di Strengths, Weaknesses, Opportunities e Threats, cioè punti di forza, di debolezza, opportunità e minacce.
Quando ci si appresta a elaborare una strategia di marketing è di vitale importanza conoscere alla perfezione ciò che si vuole vendere o in generale l’azienda o il prodotto su cui si vuole investire. Per farlo c’è l’analisi SWOT.
Quest’analisi ci aiuta a capire su cosa investire il nostro budget, attraverso quali canali e in che modo farlo. Ci aiuta a cogliere le opportunità che il mercato ci offre e a difenderci dalle minacce. Ma andiamo nel dettaglio.
Punti di forza
Che cos’ha in più il tuo prodotto? Cosa ti contraddistingue dagli altri? Qual è il tuo valore aggiunto? Cerca di trovare la caratteristica che ti distingue da chi vende il tuo stesso prodotto. A volte questa caratteristica è qualcosa che hai sotto gli occhi ma che non hai mai pensato di evidenziare. Ad esempio, prendiamo il brand di abbigliamento Sézane il cui pay off è “Born in Paris”. Il valore aggiunto di questo brand è quello di proporre al mondo capi di abbigliamento dal taglio francese che sono stati pensati e studiati proprio a Parigi.

Fonte: Dribble
Punti di debolezza
Conoscere bene le proprie debolezze è il primo passo per superarle. In ambito marketing i punti di debolezza sono le caratteristiche che i tuoi concorrenti hanno migliori di te. Per esempio, più anni di esperienza, una materia prima migliore, figure specializzate in un determinato campo, ecc.
Può anche succedere che un punto di debolezza si trasformi in un’opportunità o in un punto di forza. Vediamo il posizionamento che Citroen ha creato per la piccola Ami.


Fonte: Citroën
Opportunità
Le opportunità riguardano le condizioni esterne del mercato in cui vuoi andare ad inserirti e che potrebbero darti un vantaggio.
Per esempio, la nascita di Tik Tok, un social network frequentato per la maggior parte da under 25, diventa una grande opportunità nel momento in cui il tuo obiettivo è far conoscere un prodotto che ha come target i più giovani.
Oppure, ancora più semplice: sulle piattaforme streaming sta spopolando la serie Mercoledì, quindi un negozio di abbigliamento sfrutta l’opportunità per vendere magliette con il logo di quella serie tv, con l’adorabile viso di Jenna Ortega o semplicemente proponendo un abbigliamento più gothic facendoci tornare indietro nel tempo di 15 anni.

Fonte Amazon
Minacce
Le minacce sono tutti quei fattori indipendenti dal tuo controllo che potrebbero compromettere la visibilità e le vendite del tuo prodotto.
Per chi vende auto, il continuo aumento dell’energia è una seria minaccia sia per i veicoli a benzina, sia per quelli elettrici. Oppure l’apertura di una nuova gelateria in una zona centrale potrebbe portare meno clienti alle gelaterie storiche.
Anche in questo caso le minacce si possono trasformare in opportunità. Prendiamo per esempio l’ultimo spot pubblicitario di Dash Power PODs: la minaccia del caro energia ha spinto Dash a produrre capsule capaci di pulire a fondo anche con cicli brevi oltre che con basse temperature.

Fonte: Dash
Alla fine di questa analisi puoi riassumere i punti uno schema come il seguente (una matrice 2×2):

Ricorda che i punti di forza e di debolezza sono interni al prodotto, puoi gestirli e intervenire; le opportunità e le minacce invece non dipendono da te e devi essere in grado di sfruttarle al meglio e limitarne i danni.
Attenzione a non basarti troppo sul tuo punto di vista e la tua soggettività, uno dei fattori che possono portare a un’analisi SWOT sbilanciata e non basata su dati concreti.
Suggerimento: non iniziare mai da solo o da sola l’analisi SWOT, la combinazione di più cervelli pensanti aiuterà a far emergere tanti aspetti che una persona sola non sarebbe in grado di vedere.
Quando utilizzare l’analisi SWOT?
L’analisi SWOT deve essere la bussola per ogni decisione da prendere all’interno di un’azienda o a riguardo di un prodotto, ma ci sono alcuni casi in cui è più fondamentali rispetto ad altri:
- Sviluppare una strategia aziendale: consente di comprendere la posizione dell’azienda sul mercato e di sviluppare una strategia basata sui suoi punti di forza e sulle opportunità del mercato.
- Prendere decisioni di marketing: aiuta a identificare il target di mercato e a sviluppare campagne di marketing efficaci.
- Valutare la concorrenza: consente di identificare i punti di forza e di debolezza dei concorrenti, e di sviluppare una strategia per superarli.
- Prendere decisioni di investimento: l’analisi SWOT può aiutare le aziende a identificare le opportunità di investimento nel mercato.
In conclusione, l’analisi SWOT è uno strumento utile per valutare i propri punti di forza, le proprie debolezze, le opportunità e le minacce nel mercato. Tuttavia è solo il primo passo, è importante utilizzarla e affiancarla ad un’analisi più ampia del mercato e della concorrenza (per esempio il Benchmarking) per prendere decisioni basate su dati concreti e sulla realtà del mercato.
Obiettivi SMART e come raggiungerli con la comunicazione
Come si definiscono gli obiettivi di comunicazione?
Facciamo un passo indietro. Gli obiettivi di comunicazione sono un elemento fondamentale per ogni piano di comunicazione e la loro definizione permette di stabilire quale risultato vogliamo raggiungere e come intendiamo raggiungerlo.
Un piano di comunicazione è uno strumento attraverso cui si definisce, si descrive e si pianifica la comunicazione della propria azienda o organizzazione. È un processo circolare che prevede 4 fasi interdipendenti:
- Fase di analisi: comprendere ed analizzare lo scenario interno ed esterno all’azienda (è in questa fase in cui si mette in pratica, ad esempio, l’analisi SWOT (link articolo);
- Fase di strategia: si definiscono obiettivi, target (modello Personas) e strategie di comunicazione (Value Proposition, Copy Strategy);
- Fase operativa: si definiscono tattiche e scelte operative in linea con gli obiettivi e il target (communication mix, contenuti e piano editoriale, budget);
- Fase di valutazione e verifica: non si limita alla verifica finale, ma è una fase da operare prima, durante e dopo il piano di comunicazione per intercettare eventuali modifiche o integrazioni da attuare.
La definizione degli obiettivi si colloca dunque nella fase di strategia.
nnanzi tutto, è importante comprendere che gli obiettivi di comunicazione non sono gli stessi degli obiettivi di business: i primi riguardano la comunicazione stessa, il cui scopo è quello di facilitare il raggiungimento degli obiettivi di business.
Ad esempio, se l’obiettivo di business è di aumentare le vendite, un obiettivo di comunicazione potrebbe essere quello di accrescere la Brand Awareness (la consapevolezza del brand); questo, a sua volta, può aumentare l’interesse per il prodotto e quindi portare all’aumento delle vendite.
“Nella strategia di comunicazione è importante avere chiari gli obiettivi di business aziendali per poter allineare le scelte comunicative alle finalità economiche e commerciali dell’azienda, in totale sinergia”.[i]
Gli obiettivi definiscono il tema a cui la comunicazione dovrà rispondere, anticipando così eventuali problemi comunicativi che potrebbero insorgere successivamente: che cosa vogliamo raggiungere? Come lo comunichiamo? A chi? Con quali strumenti e attraverso quali canali? Qual è il nostro target di riferimento? La definizione degli obiettivi di comunicazione deve essere basata su questi elementi.
Quali sono gli obiettivi di comunicazione più comuni?
- Aumentare la Brand Awareness
- Migliorare la Brand Image
- Generare Lead (contatti)
- Aumentare il traffico negli store digitali e fisici
Esiste un metodo per la definizione degli obiettivi?
Certo che sì! Si chiama metodo SMART ed è stato sviluppato dall’economista Peter Drucker, il quale sottolinea quanto sia importante definire degli obiettivi per ottenere elevate prestazioni aziendali.
In cosa consiste il metodo SMART?
È una sorta di mappa che ci aiuta a raggiungere i nostri obiettivi con più facilità, indicando anche come un obiettivo debba essere:
- SPECIFIC: Specifico
- MEASURABLE: Misurabile
- ACHIEVABLE: Realistico e realizzabile
- RELEVANT: Rilevanti e utili
- TIME-BASED: Con una scadenza precisa
Quando definiamo un obiettivo in modo SMART, siamo in grado di chiarire esattamente cosa vogliamo raggiungere, come lo misureremo, quando lo raggiungeremo, se è raggiungibile e se è pertinente ai nostri obiettivi generali.

Esempi di obiettivi SMART
Immaginate di avere un arcobaleno di obiettivi SMART: ogni colore rappresenta una fase diversa del vostro percorso verso l’obiettivo finale. Il rosso potrebbe rappresentare la fase “Specifico”, dove si definisce in modo preciso l’obiettivo da raggiungere. Il giallo potrebbe rappresentare la fase “Misurabile”, dove si definisce come si misurerà il successo del vostro obiettivo. Il verde potrebbe rappresentare la fase “Realistico”, dove si verifica se l’obiettivo è fattibile e realistico. Il blu potrebbe rappresentare la fase “Rilevante”, dove si verifica se l’obiettivo è importante per i vostri obiettivi generali. Infine, il viola potrebbe rappresentare la fase “Scadenza”, dove si definisce una data precisa entro cui raggiungere l’obiettivo.
Ecco alcuni esempi di obiettivi SMART:
Aumentare le vendite online del 20% al mese: questo obiettivo è specifico, misurabile e raggiungibile, perché è stabilito un obiettivo percentuale tangibile. È anche pertinente per la salute finanziaria del business.
Aumentare la fedeltà dei clienti del 30% entro sei mesi: questo obiettivo è specifico, misurabile, raggiungibile è costruito sul tempo. Inoltre, è pertinente per il successo del business.
Leggere almeno un libro al mese: questo obiettivo è specifico, misurabile e raggiungibile. Tuttavia, non è basato sul tempo e non è pertinente per un obiettivo specifico, rendendolo meno efficace come obiettivo smart.
Gli obiettivi SMART sono quindi estremamente utili perché ci aiutano a rimanere concentrati sui propri obiettivi e a non perdersi nei dettagli. Quando si ha un obiettivo chiaro e specifico, si può lavorare con maggiore efficienza e concentrazione, sapendo esattamente cosa fare e come farlo.
Inoltre, gli obiettivi SMART aiutano a misurare il progresso e a tenere traccia dei risultati. Questo può dare un senso di soddisfazione e motivare a continuare a lavorare duramente per raggiungere i propri obiettivi.
In sintesi, gli obiettivi SMART sono uno strumento incredibilmente utile per definire obiettivi chiari e misurabili, che ci aiutano a rimanere concentrati sui nostri obiettivi e a tenere traccia dei nostri progressi.
[1] “La strategia di comunicazione nell’era postdigitale”, Maria Pia Favaretto, 2020, p.154
Brand ombrello: perché funziona e quali sono i vantaggi nel diversificare l’identità del marchio.
Da dove nasce un marchio? Quale filosofia c’è dentro a un logo? Quando si tratta di creare un’immagine forte e duratura per un marchio, le strategie di branding svolgono un ruolo cruciale. In questo articolo, esploreremo la strategia del cosiddetto brand ombrello.
Brand ombrello
Il branding a ombrello è una strategia che coinvolge l’utilizzo di un marchio principale per coprire una vasta gamma di prodotti o servizi. Questa tecnica permette alle aziende di creare un’identità coerente e riconoscibile attraverso diverse linee di prodotti. Queste a ciascuna delle linee di prodotto viene assegnato un brand con un’identità specifica spesso molto diversa da quella del brand principale.
In questo modo un’azienda può sperimentare un nuovo prodotto con un brand ad hoc non riconducile al marchio principale, così l’azienda madre è tutelata in caso di fallimento del prodotto. Più avanti vedremo nel dettaglio tutti i vantaggi, ora passiamo a qualche esempio pratico.
Una Coca-Cola per tutti
Coca-Cola: Coca-Cola è un marchio principale che ha creato una vasta gamma di diramazioni, come Diet Coke, Coca-Cola Zero, Coca-Cola Cherry e altri ancora. Ogni brand offre una variazione del prodotto principale, mantenendo comunque l’identità distintiva di Coca-Cola. In questo modo Coca-Cola riesca a intercettare tutte target che si discostano dal pubblico che acquisterebbe la Coca-Cola originale.
Per esempio chi sta cercando di limitare il consumo di zuccheri non acquisterebbe mai una Coca-Cola Original ma una Coca-Cola Zero forse sì.

Yamaha: dagli autodromi alle sale da concerto
Questo brand giapponese è il perfetto esempio di brand ombrello. La sua particolarità è che non ha dato nomi specifici alle linee dei suoi prodotti, ma sono tutte sono l’ombrello di Yamaha anche per quanto riguarda il nome. Dalle moto ai pianoforti.

Virgin: c’era una volta una compagnia aerea
Forse non tutti sanno che il gruppo Virgin è nato tra gli anni ’60 e ’70 da una compagnia aerea. Ora Virgin comprende tante società al suo interno, la cui più famosa, almeno in Italia, è sicuramente Virgin Radio. E non si ferma. Questo gruppo è in rapida crescita come dimostra la creazione di Virgin Active, una catena di palestre, e l’ambizioso programma spaziale Virgin Galactic.

Quali sono quindi i vantaggi di utilizzare un brand ombrello?
- Diversificazione del mercato: I sottobrand consentono di raggiungere una vasta gamma di segmenti di mercato, catturando l’attenzione di diversi gruppi di consumatori, senza perdere l’identità originaria.
- Segmentazione: utilizzando altri brand, un’azienda può suddividere la sua gamma di prodotti o servizi in categorie chiare e facilmente riconoscibili. Ciò semplifica la comunicazione e la commercializzazione di ciascuna linea di prodotti, offrendo agli utenti contenuti specifici per ciascun prodotto.
- Fiducia: un marchio principale forte, supportato da brand coerenti, contribuisce a creare fiducia e riconoscibilità nei confronti dei consumatori. Quando i clienti hanno avuto esperienze positive con un particolare brand, saranno più propensi a esplorare altri marchi all’interno del brand ombrello.
- Sperimentazione: con un brand nato da poco un grande gruppo può permettersi la sperimentazione e il rischio. Lanciando un nuovo prodotto con un nome e un logo distinto da quello principale, non ci saranno rischi in caso di flop, almeno per quanto riguarda la solidità del brand principale e la fiducia dei consumatori non verrà infranta.
Proprio per questo ultimo punto spesso è difficile risalire al brand ombrello, le aziende non vogliono far sapere che una Lexus viene prodotta negli stabili menti Toyota, oppure che lo stesso brand ombrello racchiude Pringles e Pampers.
Business Model Canvas: la chiave per una strategia aziendale di successo
Nel mondo degli affari, avere una strategia aziendale chiara e solida è essenziale per il successo di un’impresa. Ma come si sviluppa e si comunica in modo efficace una strategia vincente? Qui entra in gioco il Business Model Canvas, uno strumento semplice ma potente che aiuta gli imprenditori e i manager a definire, analizzare e comunicare la propria strategia in modo chiaro e strutturato. In questo articolo, esploreremo la definizione del Business Model Canvas, la sua struttura e come può essere utilizzato come guida strategica per ottenere risultati di successo.
Che cos’è il Business Model Canvas e com’è strutturato?
Il Business Model Canvas è uno strumento visivo sviluppato da Alexander Osterwalder e Yves Pigneur che permette di descrivere, analizzare e progettare i modelli di business delle imprese.
Il Business Model Canvas è strutturato in una griglia composta da nove blocchi, ognuno dei quali rappresenta un elemento chiave del modello di business, gli aspetti fondamentali di un’impresa e la sua proposta di valore, e può essere compilato con informazioni specifiche. Questi blocchi includono segmenti di clientela, proposta di valore, canali di distribuzione, rapporti e relazioni con i clienti, costi e ricavi, risorse chiave, attività chiave e partners chiave.

Vediamoli più in dettaglio:
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- I clienti vengono descritti, suddivisi e raggruppati sulla base, ad esempio, di bisogni, interessi e canali di comunicazione;
- Il valore deve essere qualcosa di utile che l’azienda è in grado di offrire ai clienti;
- I canali sono i mezzi con cui il valore che l’azienda offre raggiunge i clienti nelle diverse fasi di comunicazione, vendita e post-vendita;
- Le relazioni con i clienti sono rappresentate da tutti i modi in cui l’azienda acquisisce, mantiene e fidelizza i clienti, con un occhio alla Customer Experience. In questo blocco è importante considerare strategie che consolidano l’immagine aziendale e che permettono comunicazioni efficaci.
- I ricavi sono quelli generati dai clienti. È importante definire i prezzi e successivamente analizzare come e per quali prodotti e servizi essi pagano;
- Le risorse chiave rappresentano ciò che serve all’azienda perché sia in grado di produrre valore per il cliente (risorse umane, fisiche, intellettuali e finanziarie);
- Le attività chiave rappresentano tutto ciò che si inventa, produce e pubblicizza per creare valore per i clienti e relazioni con essi;
- I partners chiave, o partnership, sono rappresentati da tutte le realtà con cui l’azienda coopera, collabora e crea alleanze strategiche (ad esempio con i fornitori), che permettono di creare valore da offrire al cliente, riducendo rischi e costi.
- I costi, che possono essere fissi e variabili, sono quelli sostenuti dall’azienda per creare e gestire attività e risorse.
Riassumendo:
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- risorse, attività e partners contribuiscono a creare il valore e rappresentano i costi
- attraverso le relazioni si comunicano i valori ai clienti, che vengono raggiunti utilizzando i diversi canali;
- i clienti sono quelli che pagando generano ricavi per l’azienda
- guadagno = ricavi – costi (e sapete bene che è preferibile avere un guadagno maggiore di zero…).

Come e quando utilizzarlo?
Il Business Model Canvas è uno strumento flessibile che può essere utilizzato in diverse fasi del ciclo di vita di un’impresa. Può essere utilizzato per sviluppare un nuovo modello di business, valutare e migliorare un modello di business esistente o comunicare in modo chiaro la strategia aziendale a stakeholder interni ed esterni. Il canvas permette una visione panoramica del modello di business, facilitando l’identificazione di punti di forza, debolezze, opportunità e minacce.
Quali sono i vantaggi?
Tra i numerosi vantaggi che il Business Model Canvas offre alle imprese che lo utilizzano come strumento strategico, ecco i principali:
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- favorisce una comprensione chiara e concisa del modello di business, una comunicazione migliore tra i membri del team e facilita l’allineamento delle attività e sforzi degli attori coinvolti verso obiettivi comuni;
- stimola la creatività e l’innovazione, spingendo le imprese a esplorare nuove possibilità, cogliere e adattarsi alle esigenze di un mercato sempre più soggetto a frequenti cambiamenti per differenziarsi dalla concorrenza;
- aiuta a identificare potenziali aree di miglioramento e a prendere decisioni strategiche basate su una visione globale dell’impresa, grazie alla possibilità di visualizzare e analizzare i punti di forza e le debolezze.
In conclusione, il Business Model Canvas rappresenta un’importante risorsa strategica per le imprese di ogni settore e dimensione. Offre una visione completa e strutturata del modello di business, facilitando l’analisi, l’innovazione e la comunicazione efficace. L’utilizzo di questo potente strumento può aiutare le imprese a sviluppare strategie solide e adattabili, contribuendo al loro successo nel mercato globale sempre più competitivo.