Decoy Effect: una strategia di vendita per semplificare il processo di acquisto
Nell’ambito sempre più complesso della comunicazione efficace, un potente alleato per semplificare l’acquisto di un prodotto è il decoy effect, ossia l’effetto esca. Ma da dove deriva questo concetto?
Questo effetto si verifica quando l’introduzione di una terza opzione, chiamata “esca“, modifica le preferenze individuali tra due opzioni di scelta. Per avere un impatto significativo, questa terza opzione deve essere “dominante in modo asimmetrico“, enfatizzando una delle due opzioni rimanenti in modo più pronunciato e creando così un’area decoy.
È fondamentale, a questo punto, introdurre il concetto di “dominanza asimmetrica”: si tratta del fenomeno per cui i consumatori tendono ad avere una specifica modifica di preferenza tra due opzioni quando si presenta anche una terza opzione, che è dominata in modo asimmetrico. Un’opzione è dominata in modo asimmetrico quando è inferiore a tutti gli effetti ad una specifica opzione ma, in confronto all’altra opzione, è inferiore su alcuni aspetti e superiore ad altri. Quando l’opzione asimmetrica dominata è presente, una percentuale più elevata di consumatori preferisce l’opzione che domina rispetto a quando l’opzione asimmetrica dominata è assente. L’opzione asimmetricamente dominata (detta decoy) è quindi un richiamo che serve ad aumentare la preferenza per l’opzione dominante e a far spostare le preferenze dei consumatori sull’alternativa dominante stessa (regola utilizzata molto spesso dai rivenditori).
Detto in modo più semplice? Il concetto di dominanza asimmetrica implica mettere in rilievo una delle due opzioni rispetto all’altra, senza simmetria, quando si presentano tre o più scelte. La dominanza asimmetrica è una strategia che sfrutta l’effetto della percezione della grandezza. In termini di comunicazione, si tratta di posizionare in modo dominante un elemento o prodotto chiave per far emergere il messaggio desiderato. Questo può essere ottenuto attraverso l’uso intelligente di elementi visivi, come dimensioni, posizione e prezzo.
L’amichevole ed accattivante “inganno” del decoy effect
Fenomeno ampiamente indagato nell’ambito della psicologia dei consumi, l’effetto esca si basa sugli aspetti psicologici che intervengono quando dobbiamo prendere delle decisioni, in questo caso introducendo un elemento di distrazione intenzionale. In questo contesto, l’area decoy è come una sirena che attira l’attenzione del pubblico, dirottandolo verso il messaggio o prodotto principale che si desidera trasmettere o vendere. Questa distrazione può assumere molte forme, da contenuti coinvolgenti a offerte irresistibili.
Quali sono i vantaggi di una comunicazione che fa uso di questa strategia?
L’inserimento dell’area decoy in una strategia di comunicazione è un approccio sinergico che permette di evidenziare il prodotto che si vuole “spingere” attraverso elementi visivi distintivi come un design attraente o un contenuto coinvolgente, attirando l’attenzione verso i punti focali.
La creazione di una narrativa coinvolgente è essenziale per presentare offerte esclusive che permettano di promuove e ottenere il coinvolgimento desiderato.
In un certo senso, si può dire che la dominanza asimmetrica attira l’attenzione, mentre l’area decoy trattiene l’interesse: questo rende la comunicazione più efficace e consente di guidare la percezione del pubblico in modo più sottile e persuasivo, creando un impatto duraturo.
Nel contesto delle campagne di marketing, l’obiettivo principale dell’effetto esca non è tanto indirizzare direttamente i consumatori verso i propri prodotti, quanto piuttosto “scoraggiarli” dall’acquistare dai concorrenti. Creando un’opzione che devia l’attenzione dal prodotto del concorrente, l’effetto esca svolge un ruolo indiretto nel rivolgere l’interesse dei consumatori verso i propri prodotti, raggiungendo l’obiettivo attraverso percorsi non direttamente promozionali.
Una comunicazione di successo richiede, pertanto, non solo creatività ma anche una comprensione approfondita dei processi psicologici di acquisto.
Anche questa strategia può aiutarti a distinguerti e differenziarti dalla concorrenza per catturare l’attenzione e lasciare un segno indelebile nella mente del pubblico.
Dietro il marchio: differenze chiave tra marca, marchio, marchio registrato, brand, brand image e brand identity
Nel parlare comune, il concetto di “marchio” genera spesso confusione, soprattutto quando si interseca con termini come “marca”, “brand” e “marchio registrato”; per non parlare di altri termini presi in prestito dal mondo anglosassone come “brand image” e “brand identity”. Ci si domanda spesso quale sia la differenza tra “marchio” e “marchia”, finendo talvolta per usare questi termini in modo interscambiabile. Comprendere le sottili differenze tra questi concetti è fondamentale tanto per non far confusione durante dei discorsi di lavoro, quanto soprattutto per costruire un’identità aziendale solida e distinguersi dai competitors.
Marchio, marca e brand: le differenze essenziali
Marchio e marca rappresentano entrambi due espressioni descrittive, ma con due essenze diverse: “l’uno è statico (il marchio, una volta registrato, quello è e quello rimane); l’altra è dinamica (la marca è una specie di essere vivente in continua evoluzione, si trasforma insieme alla società e al mercato). Il marchio è un segno distintivo, on oggetto identificabile; la marca è un soggetto che rappresenta un insieme di valori e che trae linfa vitale dalla relazione con il consumatore”.[1]
Identificabile con l’idioma anglosassone trademark, il marchio “deve contraddistinguere un bene o un servizio differenziandolo da quello degli altri. Deve, cioè, essere in grado di consentire al pubblico di distinguere i prodotti di un’impresa da quelli più simili, della concorrenza. […] È qualcosa che si percepisce attraverso i sensi”[2]. La marca è l’estensione figurata del marchio, indicando “semplicemente” l’azienda; il marchio, invece, può essere un elemento cruciale nella costruzione dell’identità aziendale, ma è solo l’inizio del percorso.
Marchio registrato™: la difesa legale del marchio
La registrazione di un marchio presso l’Ufficio italiano brevetti e marchi (UIMB) trasforma il marchio in un “marchio registrato”, ha una durata di dieci anni ed è rinnovabile. Questo conferisce al proprietario il diritto legale esclusivo di utilizzare quel simbolo o nome in un determinato contesto o settore. Possono essere registrati marchi come parole, disegni, nomi di persona, lettere, packaging, ecc.
È interessante notare che possono essere registrati come marchi anche suoni e odori: basti pensare all’apertura musicale con rulli di tamburi che caratterizza e precede ogni film della Twentieth Century Fox, o a quei profumi caratteristici di catene di negozi di abbigliamento, dove l’odore diventa un elemento distintivo.
La registrazione è una mossa strategica per proteggere la proprietà intellettuale e garantire che il marchio non venga utilizzato indebitamente da altri.
Può succedere che un marchio perda la sua capacità distintiva? Sì, quando si utilizza lo stesso nome per identificare un prodotto, anche se di case produttrici differenti, generalizzandolo e banalizzandolo: è ciò che accade con prodotti di uso comune come, ad esempio, scottex, nylon, scotch, post-it, ecc.).
Brand = Marca: un universo di significati
Il concetto di “brand” coincide con quello di “marca”: i due termini si riferiscono alla stessa cosa, solo in due lingue diverse. In ambito professionale è più diffuso il termine in inglese “brand” ma, in ogni caso, parlando di marca o brand, si esprimono implicitamente i valori che l’azienda ha associato alla propria identità e che emergono ogni volta che si impegna in attività di branding.
Brand Image: l’impressione che rimane
“L’immagine di marca, o brand image, è l’insieme delle percezioni su una marca presenti nella memoria dei consumatori”.[3]
La brand image è influenzata dalle esperienze di consumo dirette e indirette, dalla pubblicità, dalle recensioni, dal packaging, ecc.: si tratta dell’insieme di tutte le informazioni che gli individui hanno ricevuto e poi rielaborato per formarsi la propria personale impressione.
La brand image percepita, dunque, può differire da persona a persona, ma è cruciale per il successo aziendale. Creare un’immagine coerente e positiva è un obiettivo fondamentale per catturare l’attenzione e la fiducia del pubblico.
Brand Identity: la personalità del marchio
La brand identity è la personalità visiva e verbale del marchio, include elementi come il logo, i colori, lo stile di comunicazione e altri aspetti che definiscono un’identità riconoscibile: si fa riferimento a tutte le modalità messe in atto da un’impresa per identificare sé stessa e i propri prodotti/servizi.
Appare evidente che, nella propria comunicazione, un’azienda non possa limitarsi alla semplice veicolazione di messaggi, in quanto è fondamentale che questi “arrivino al destinatario con pienezza di significato, coerenti rispetto al mondo possibile proposto, e in linea con le aspettative del target di riferimento”[4]. La brand identity dovrebbe dunque aiutare a creare coerenza nelle comunicazioni e nell’esperienza del cliente, contribuendo a consolidare la presenza del marchio sul mercato, differenziare la marca rispetto ai competitors e rappresentare la vision e la mission dell’azienda.
In questo viaggio attraverso il significato dei diversi concetti che ruotano attorno a quelli di marchio e marca, emergono sfumature che vanno al di là delle parole: la confusione comune tra “marchio” e “marca” svanisce quando si fa riferimento alle differenze tra staticità e dinamicità, oggetto e soggetto nell’identità aziendale. Indipendentemente dalla lingua usata, brand o marca rappresentano entrambi lo stesso atto di esprimere implicitamente i valori fondamentali di un’azienda.
La registrazione del marchio diventa una mossa strategica, ma occorre prestare attenzione per evitare la banalizzazione che può erodere la sua distintività.
Brand image e brand identity si attestano tra le forze trainanti del successo aziendale, influenzando la percezione e costruendo una connessione duratura con il pubblico, e concorrono alla costruzione di un’identità aziendale autentica e distintiva.
[1] Il manuale della marca. Consumatore Cultura Società, Laura Minestroni, Fausto Lupetti Editore, 2010, p. 41
[2] Il manuale della marca. Consumatore Cultura Società, Laura Minestroni, Fausto Lupetti Editore, 2010, p. 42
[3] Il manuale della marca. Consumatore Cultura Società, Laura Minestroni, Fausto Lupetti Editore, 2010, p. 199
[4] Il manuale della marca. Consumatore Cultura Società, Laura Minestroni, Fausto Lupetti Editore, 2010, p. 148
Pronti per il lancio del vostro nuovo prodotto? Ecco alcuni consigli!
Siete pronti a lanciare il vostro prodotto? Sì, ma…fermi un attimo! Non abbiate fretta di attuare una campagna marketing, ci sono diversi step da affrontare: ecco i nostri consigli!
Il lancio di un nuovo prodotto è un momento eccitante, ma una pianificazione accurata è fondamentale per il successo. Prima di scatenarsi in una campagna di marketing, è importante considerare alcuni aspetti chiave. In questo articolo, esploreremo consigli essenziali che vi aiuteranno a garantire un lancio efficace e duraturo.
Costruire la consapevolezza del brand
Quanto è importante la Brand Awareness nel lancio di un prodotto?
L’importanza della consapevolezza del brand nel lancio di un prodotto non può essere sottovalutata. Assicuratevi che il vostro brand sia ben riconosciuto e associato a valori che rispecchiano il vostro prodotto.
Conoscere la vostra Unique Selling Proposition (USP)
Prima di tutto, dovete comprendere che cosa rende il vostro prodotto unico rispetto agli altri sul mercato. Questo vi permetterà di identificare il valore intrinseco e di determinare a chi indirizzarvi in modo più mirato attraverso le vostre buyer personas.
Che cos’è la Unique Selling Proposition o USP?
La USP rappresenta il messaggio distintivo che scegliete di veicolare, differenziandovi dai vostri concorrenti. Una USP ben formulata non solo facilita la comunicazione mirata, ma ha anche un impatto significativo sul branding, il copywriting e le decisioni di marketing.
Fondamentalmente, la USP deve rispondere immediatamente alla domanda che un cliente si pone quando scopre il vostro brand: “Cosa vi rende diversi dalla concorrenza?”
La USP si basa sui vostri punti di forza distintivi. Deve derivare dagli elementi che conferiscono al vostro marchio o prodotto unicità e valore per i clienti. Affermare di sé stessi di essere “unici” non costituisce una USP efficace: per ottenere un impatto significativo nella comunicazione, è essenziale contraddistinguervi sotto gli aspetti prioritari per il vostro pubblico di destinazione.
Per esempio, se il vostro prodotto offre una soluzione tecnologica innovativa che risparmia tempo e risorse ai professionisti, questa potrebbe essere una base solida per la vostra USP. Concentrandovi su questo punto di forza, potete comunicare in modo chiaro e coinvolgente come il vostro prodotto offre un vantaggio tangibile rispetto alle alternative sul mercato.
Una USP ben congegnata non solo vi differenzia dai concorrenti, ma rappresenta anche un pilastro fondamentale per la vostra strategia di marketing e branding complessiva.
Analizzare la concorrenza con la tecnica del Benchmarking
Studiate attentamente i vostri concorrenti. Cosa fanno bene e cosa potete fare meglio? Questa analisi vi fornirà preziose informazioni su come differenziarvi e posizionarvi nel mercato.
Che cos’è il Benchmarking? Non si tratta di spionaggio!
Il benchmarking è un processo di confronto e valutazione sistematica delle performance, delle pratiche o dei risultati di un’azienda o di un’organizzazione con quelli di altre aziende o organizzazioni considerate come “migliori” nel settore o nel campo di interesse specifico.
L’obiettivo del benchmarking è di identificare le migliori pratiche e i migliori risultati ottenuti da altri, e utilizzarli come punto di riferimento per migliorare le proprie prestazioni e processi. Può coinvolgere diversi aspetti, come la qualità del prodotto, l’efficienza operativa, il servizio clienti, il tempo di produzione e altri indicatori di performance rilevanti.
Comprendere il profilo dell’acquirente: competenze e interesse personale verso il vostro prodotto
Il prodotto che offrite richiede una competenza particolare da parte dell’utente? È facile da acquistare o richiede un processo più complesso? Rispondere a queste domande vi aiuterà a definire il vostro approccio di marketing.
In base alla complessità del prodotto, è necessario assicurarsi che l’acquisto sia il più fluido possibile. Per esempio, è più facile vendere un hamburger oppure una polizza assicurativa? Una polizza assicurativa necessità sicuramente molte più competenze (e interesse nell’ottenerla) rispetto ad un pasto da McDonalds.
Avete già sentito parlare di McDonaldizzazione?
A proposito di McDonalds, ci sembra interessante utilizzarlo come esempio di successo per la sua prontezza di servire pasti veloci e accessibili, agevolando l’acquisto attraverso diverse modalità di fruizione (in store, drive, ordina e ritira, consegna a casa). I meccanismi di McDonalds, basati su un modello di business improntato all’efficienza e alla standardizzazione nel settore della ristorazione veloce, si sono imposti con così tanta forza da indurre il sociologo George Ritzer a coniare il termine “McDonaldizzazione”, utilizzandolo per descrivere il processo di razionalizzazione e standardizzazione che ha avuto inizio con il modello di business di McDonald’s e si è poi diffuso in molte altre aree della società e dell’economia.
La McDonaldizzazione porta vantaggi come l’efficienza e la prevedibilità, ma può anche generare critiche per la standardizzazione e l’omogeneizzazione dei prodotti e dei servizi offerti.
Il Life Time Value (LTV), l’engagement e la fidelizzazione giocano ruoli cruciali nel lancio di un nuovo prodotto.
Durante le fasi di lancio di un nuovo prodotto è essenziale valutare il valore del tempo di vita dei clienti, coinvolgerli attivamente per stimolare l’interesse e mantenere la loro fedeltà nel tempo, al fine di garantire una crescita sostenibile e duratura del prodotto sul mercato.
Il Life Time Value, ossia il valore del tempo di vita, si riferisce al valore monetario atteso che un cliente porterà nel corso della sua interazione con il prodotto nel corso del tempo. Questo include tutti gli acquisti futuri che il cliente potrebbe effettuare. Per un nuovo prodotto, il calcolo del LTV è fondamentale per comprendere quanto valore si può ottenere da ciascun cliente nel lungo termine, consentendo di allocare risorse e strategie di marketing in modo più efficace.
L’engagement rappresenta l’interesse, l’attenzione e l’interazione che i clienti mostrano nei confronti del prodotto. Questo può manifestarsi attraverso interazioni sui social media, feedback, recensioni, partecipazione a eventi o qualsiasi altra forma di coinvolgimento. Un alto livello di engagement indica un interesse e un potenziale entusiasmo che può portare a una maggiore conversione e fidelizzazione.
La fidelizzazione, infine, si riferisce alla capacità di mantenere i clienti esistenti nel tempo, incoraggiandoli a continuare ad acquistare il nuovo prodotto. Questo può essere raggiunto attraverso un servizio clienti impeccabile, programmi di fedeltà, offerte personalizzate o esperienze di prodotto straordinarie. Mantenere i clienti fedeli è fondamentale per la crescita a lungo termine e la sostenibilità del successo del nuovo prodotto.
Durante la pianificazione del lancio di un prodotto è importante considerare le modalità di acquisto
Un focus sulle modalità di acquisto del prodotto è essenziale per garantire che il prodotto sia accessibile e conveniente per un’ampia base di clienti, contribuendo in modo significativo al successo del lancio sul mercato. Ci sono diversi aspetti fondamentali di cui tenere conto:
- Le persone hanno preferenze diverse quando si tratta di come e dove effettuare un acquisto. Alcuni potrebbero preferire l’esperienza in loco, mentre altri preferiscono l’asporto o la consegna a domicilio.
- Offrire diverse modalità di acquisto aumenta la flessibilità e la comodità per i clienti, in quanto hanno la possibilità di scegliere l’opzione che meglio si adatta alle loro esigenze e al loro stile di vita. Di conseguenza, è più facile aumentare la loro soddisfazione e la probabilità di tornare in futuro.
- Ogni modalità di acquisto ha il potenziale di raggiungere un pubblico diverso. Ad esempio, per un ristorante o un fast food, l’opzione di consegna a domicilio può attirare clienti che preferiscono godersi il pasto comodamente a casa propria. Soprattutto durante e a partire dalla pandemia Covid-19, l’asporto e la consegna hanno assunto particolare rilevanza: essere in grado di adattarsi alle tendenze di mercato in continua evoluzione è fondamentale per rimanere competitivi sul mercato.
- Offrire diverse modalità di acquisto può conferire un vantaggio competitivo, attirando clienti che cercano flessibilità e comodità.
Un lancio di prodotto ben pianificato e ponderato richiede step, strategie e accorgimenti per il successo di qualsiasi azienda. È importante investire tempo nella comprensione del prodotto, del pubblico e del mercato di riferimento. Inoltre, è importante non sottovalutate mai l’importanza della fidelizzazione del cliente per garantire il successo continuato del prodotto nel tempo.
Ora puoi procedere con la tua campagna marketing!
Non sai da che parte iniziare? Contattaci per una consulenza e ti seguiremo passo passo nel lancio del tuo prodotto!
Strategia di inbound marketing con Lead Info: vuoi sapere quale azienda visita il tuo sito web?
Oggi vogliamo condividere con voi la nostra collaborazione con Lead Info, una piattaforma che fornisce servizi di tracciamento dei visitatori per le aziende, in ottica B2B: si tratta di una strategia inbound per analizzare il comportamento online degli utenti.
Lead Info in breve
Lead Info osserva, monitora e registra tutte le attività che vengono svolte sul tuo sito da utenti che utilizzano indirizzi mail aziendali, cioè che visitano il tuo sito a titolo aziendale.
Ma quali dati cattura esattamente? Per ogni utente business che visita il tuo sito su Lead Info troverai una scheda con indicati tutti dati dell’azienda per cui questo utente lavora, quindi ragione sociale, capitale sociale, indirizzo, mail, telefono e l’elenco dei dipendenti con link al loro profilo Linkedin.
Oltre a questo Lead Info fornisce anche il dettaglio del comportamento, cioè:
- la fonte, il canale attraverso il quale l’utente ha trovato il tuo sito (traffico organico, campagne Google Ads, social network, referral, ecc.)
- le pagine visitatee quanto tempo è rimasto su ciascuna di esse
- la videoregistrazione completa di tutta la sua visita.
Una vera miniera d’oro!
Potrai quindi classificare ogni profilo aziendale con etichette predefinite come “Interessante”, “Competitor”, “Cliente”, ecc., oppure crearne di personalizzate in base alle tue esigenze. E il gioco è fatto! Non ti resta che contattare i lead e trasformarli in collaborazioni.
Inoltre, Lead Info permette di mappare il comportamento dei tuoi concorrenti interessati alle tue attività studiandole tramite il tuo sito.
Che cos’è una strategia inbound?
La strategia inbound nel marketing rappresenta un approccio centrato sulla creazione di contenuti di alta qualità e sull’attrazione dell’interesse dei potenziali clienti, evitando l’uso di metodi invasivi per cercare di intercettarli, ma coinvolgendoli apportando loro valore, con l’obiettivo di stabilire una relazione di fiducia a lungo termine.

L’inbound marketing si basa su quattro fasi principali:
- Attrarre l’attenzione del pubblico target fornendo contenuti di valore, attraverso blog, video, podcast, social media e altri mezzi che rispondono alle domande e alle esigenze del pubblico.
- Convertire i visitatori in potenziali clienti catturando informazioni di contatto, come indirizzi e-mail o dettagli di contatto. Questo di solito avviene attraverso call-to-action (CTA) ad hoc, landing page e offerte di valore come guide o risorse scaricabili.
- Chiudere i lead, ossia trasformare i potenziali clienti in clienti effettivi: questo può essere fatto nutrendo i potenziali clienti con ulteriori contenuti mirati, l’utilizzo di e-mail marketing e il mantenimento di una comunicazione personalizzata.
- Fidelizzare i clienti con l’obiettivo di mantenerli soddisfatti e coinvolti, rafforzando la relazione tramite contenuti pertinenti, assistenza continua e interazioni positive.
L’obiettivo complessivo dell’inbound marketing è quello di creare una base di clienti fedeli e costruire una reputazione positiva per il brand attraverso l’offerta costante di valore, anziché focalizzarsi esclusivamente sulla vendita diretta.
Perché abbiamo deciso di cooperare con Lead Info?
Dopo aver testato il prodotto con W&D 2.0 e aver raggiunto ottimi risultati, abbiamo scelto di diventare agenzia partner di Lead Info per offrire un ulteriore servizio ai nostri clienti ed aiutarli così ad analizzare il comportamento online dei loro clienti, la direzione della navigazione dei loro utenti.
Questa opportunità fa parte delle strategie di inbound che abbiamo collegato ed integrato al content marketing, all’analisi del comportamento e della navigazione utenti.
Chi arriva sul vostro sito deve trovare, per prima cosa, contenuti di qualità che permettano di distinguervi dalla concorrenza, che offrano un reale valore e vantaggio. A questo punto, Lead Info analizzerà i visitatori al sito restituendo un report utile per contattare le aziende e convertirle in clienti.
Desideri saperne di più? Lascia i tuoi dati e saremo lieti di metterci in contatto con te!
Perché è importante affidarsi a un’agenzia di Web Marketing professionale per il successo aziendale?
Negli ultimi anni, il mondo del business è stato investito dalla crescente importanza del marketing online. Le aziende che desiderano competere efficacemente nel mercato contemporaneo devono avere una solida presenza online.
Tuttavia, dare vita e gestire una strategia di marketing digitale efficace richiede competenze e risorse specifiche e sempre più verticalizzate. Ecco perché sempre più aziende si affidano a un’agenzia di web marketing specializzata per raggiungere i propri obiettivi.
Hai un’azienda e vorresti aumentare la tua presenza online per creare awareness e farti conoscere? Hai un e-commerce ma non riscontri i risultati sperati?
Ecco alcune ragioni per cui dovresti considerare la scelta di appoggiarti ad una Web Agency.
- Le agenzie di web marketing sono costituite da team di esperti con competenze specializzate in diverse aree del marketing digitale e con esperienza nell’identificare le migliori strategie per ogni tipo di business, aiutandoti a raggiungere risultati significativi. Conoscendo le ultime tendenze e le migliori pratiche del settore, possono guidare la tua azienda verso il successo!
- Creare, gestire, monitorare e analizzare una campagna di marketing online richiede tempo e sforzi considerevoli. Affidarsi a un’agenzia permette di ottimizzare le risorse del proprio business risparmiando tempo ed energie in pratiche che possono svolgere i professionisti del settore marketing.
- Le agenzie di web marketing investono in formazioni specifiche e in strumenti e tecnologie all’avanguardia che possono essere costosi per le aziende individuali. Questi strumenti, avendo accesso alle migliori tecnologie, consentono di analizzare dati, misurare le prestazioni delle campagne e ottimizzare le strategie in tempo reale.
- Il mondo del marketing digitale è in continua evoluzione e le agenzie di web marketing sono costantemente aggiornate sulle nuove tendenze per adattarsi rapidamente alle mutevoli condizioni del mercato. Questa flessibilità permette loro di regolare le strategie di marketing in base alle esigenze e alle sfide che emergono.
- Una delle principali vantaggi del marketing online è la possibilità di misurare con precisione i risultati delle campagne e delle strategie online: un’agenzia costituita da professionisti è in grado di fornire report dettagliati sulle prestazioni, consentendo all’azienda di valutare il ROI (“return on investmen”, ossia la valutazione di quanto la tua azienda spende per le campagne di marketing rispetto ai ricavi generati dalle stesse) e apportare miglioramenti continuativi. Una buona Web Agency deve inoltre essere in grado di offrire la creazione di siti e-commerce, di strategie, e delle loro rispettive misurazioni garantendo la vigente conformità normavita, in linea con il GDPR.
- Un’agenzia di web marketing è in grado di sviluppare strategie personalizzate in base agli obiettivi aziendali specifici. Questo approccio strategico permette alle attività di marketing di essere allineate con la vision e la mission dell’azienda, garantendo una comunicazione coerente ed efficace con il pubblico di riferimento.
Quali sono le strategie di marketing fondamentali da adottare?
Le strategie di marketing essenziali possono variare in base al tipo di settore in cui operi e agli obiettivi specifici, ma ci sono alcune strategie chiave che sono universalmente importanti per la maggior parte delle aziende:
- SEO: permette di ottimizzare il tuo sito web per i motori di ricerca e è un’attività determinante per aumentare la visibilità online. Questo include la ricerca e l’uso di parole chiave pertinenti, l’ottimizzazione dei contenuti, la gestione dei link, ecc.
- Social Media Marketing: attraverso l’utilizzo dei social media è possibile promuovere la tua attività, generare consapevolezza del tuo brand e attività e coinvolgere il pubblico. Ogni piattaforma social ha le proprie peculiarità, quindi è importante adattare la tua strategia in base al tuo pubblico e agli obiettivi. Si tratta di creare post organici e campagne social sui principali social network quali Facebook, Instagram e Linkedin.
Linkedin, nello specifico, offre alle aziende la possibilità di promuovere la propria attività creando la propria presenza aziendale, condividendo contenuti e interazioni con il proprio pubblico per aumentare la consapevolezza; inoltre, in ottica di Networking e Marketing B2B, permette di connettersi con altre aziende e professionisti e di partecipare a gruppi di discussione. Oltre alla possibilità di promuovere i propri prodotti e servizi attraverso annunci mirati, Linkedin è uno strumento molto utile per la pubblicazione di offerte di lavoro per la ricerca di candidati qualificati e permette di gestire il processo di assunzione.
- Content Marketing: creazione di contenuti di alta qualità, informativi e rilevanti per il tuo pubblico. Questi possono includere articoli sul blog e sui social, video, podcast e altro ancora, con lo scopo di aiutarti a costruire l’attenzione e l’interesse, oltre a posizionarti come un esperto e qualificato nel tuo settore.
- E-mail Marketing: costruire una lista di e-mail di clienti e potenziali clienti e inviare comunicazioni regolari, come newsletter, offerte speciali e aggiornamenti. L’email marketing è efficace per mantenere l’engagement con il pubblico e incoraggiare le conversioni.
- Creazione e gestione di una Community: una community ben gestita può diventare un potente strumento di marketing, in quanto crea fedeltà al brand, consapevolezza e opportunità di business. Tuttavia, la costruzione e il mantenimento di una community di successo richiedono tempo e impegno.
- Customer Care: l’assistenza clienti è un componente essenziale che si concentra sulla gestione delle interazioni e delle necessità dei clienti. Questo servizio mira a soddisfare le esigenze dei clienti, risolvere i problemi e fornire un supporto efficace e positivo. Disporre di un buon customer care è fondamentale per creare relazioni durature, ottenere feedback utili e migliorare la reputazione del marchio, contribuendo così al successo delle strategie di marketing.
Affidarsi a un’agenzia di web marketing professionale può dunque essere un investimento fondamentale per il successo aziendale. L’esperienza, la competenza e le risorse a disposizione di tali agenzie consentono alle aziende di massimizzare il proprio potenziale online, raggiungere un pubblico più ampio e ottenere risultati misurabili. In un mondo sempre più digitale, la scelta di collaborare con esperti del settore può fare la differenza per il successo all’interno del proprio mercato di riferimento.
Ti sei reso conto di avere bisogno di un’agenzia di una Web Agency per analizzare, sistemare e far decollare la tua attività online?
Contattaci e saremo lieti di aiutarti a raggiungere i tuoi obiettivi!
Il marketing della paura: come le emozioni possono guidare le decisioni
Le emozioni rappresentano il fattore chiave nel marketing, poiché possono attirare l’attenzione dei consumatori, influenzare le loro decisioni e permettere la creazione di un legame emotivo con un prodotto, marchio o azienda.
Attraverso il marketing emozionale è possibile creare un coinvolgimento emotivo profondo con il pubblico (per esempio, una pubblicità che evoca felicità, gioia o commozione è in grado di attirare l’attenzione creando una connessione emotiva con il messaggio o prodotto). Questo coinvolgimento emotivo può avvenire tramite:
- Creazione di associazioni positive: una pubblicità di una bevanda che mostra persone spensierate che si divertono può creare un’associazione tra la bevanda e l’emozione di gioia;
- Stimolazione dell’empatia nei confronti di problemi o situazioni specifiche: una campagna di sensibilizzazione per una causa sociale può fare leva su emozioni di compassione e tristezza per attirare l’attenzione e incoraggiare il sostegno;
- Rafforzamento dell’identità del marchio e differenziazione dalla concorrenza: un marchio di automobili può evocare sensazioni di libertà, avventura e potenza per creare un’immagine distintiva e attraente;
- Generazione di urgenza per spingere all’azione: una promozione a tempo limitato può generare la paura di perdere un’opportunità con l’obiettivo di indurre le persone ad agire immediatamente.
Facendo leva sulle emozioni, quindi, il marketing emozionale punta a creare un’esperienza cliente memorabile, generando, prevedendo e anticipando i bisogni, spesso latenti, delle persone, essendo già in grado di fornire una risposta alle loro azioni e sensazioni.
Marketing Emozionale della Paura
Nonostante siamo abituati a pensare ad associazioni per lo più positive, in realtà, tra le molteplici emozioni che possono essere sfruttate, una delle più potenti è la paura, in quanto può spingere le persone ad agire in modo impulsivo e a prendere decisioni rapide: la strategia del marketing della pausa mira a stimolare le paure e le preoccupazioni delle persone creando un senso di urgenza e di necessità che spinge i consumatori a reagire immediatamente compiendo un’azione (comportamento o acquisto).
Concentrandosi sull’identificazione delle paure dei consumatori, questa strategia può essere utilizzata in vari settori, come la prevenzione medica, la sicurezza personale, l’ambiente, ecc. Ad esempio, le campagne pubblicitarie che mettono in evidenza i pericoli del fumo o le conseguenze di una cattiva alimentazione utilizzano la paura come leva per spingere le persone a cambiare le proprie abitudini.

Fonte Pinterest – Prevenzione e sicurezza
Hai mai sentito parlare di “paura della scarsità”?
Le persone tendono ad agire rapidamente quando percepiscono una possibile perdita o un’opportunità limitata. Basti pensare a quando si legge di un prodotto “in esaurimento”, oppure di un’offerta in scadenza tra X giorni o X minuti: anche se non si ha la reale necessità di ottenere qualcosa, più la sua disponibilità è limitata, più le persone tendono a desiderarla.

Fonte: Booking.com – Resta solo una camera a questo prezzo

Fonte: McDonald’s – Offerta solo da App e dalle 23.00 alle 5.00
Quali effetti può avere il marketing della paura e che implicazioni etiche comporta?
Per quanto riguarda l’impatto emotivo e cognitivo, quando una persona è spaventata, il suo cervello attiva una risposta di lotta o fuga, che può portarla ad agire impulsivamente, prendendo decisioni rapide e inconsapevoli. Inoltre, la paura può anche influenzare la percezione del rischio e della gravità di una determinata situazione, rendendo le persone più disposte a pagare di più per un prodotto o servizio che promette di mitigare la loro paura.
Esiste anche la questione dell’etica e della responsabilità, infatti, se questa strategia può essere efficace dal punto di vista commerciale, solleva anche questioni etiche: stimolare le paure dei consumatori può essere considerato manipolazione e sfruttamento della vulnerabilità delle persone. È importante che chi utilizza questa tecnica sia consapevole del confine tra una pubblicità che sfrutta la paura e una che informa in modo responsabile i consumatori sui reali rischi e benefici di un prodotto o servizio.
Ma la paura funziona davvero?
Attraverso la comunicazione, abbiamo visto, è possibile creare un disagio e destabilizzare, generando un’emozione che spinga ad agire. La paura funziona però quando, dopo ad aver “spaventato”, la comunicazione fornisce anche delle credibili e semplici istruzioni e soluzioni al problema generato che permettano di fidarsi della fonte da cui provengono.
La leva della paura deve essere utilizzata con ingegno e cautela per non rischiare di ottenere l’effetto opposto, ossia generare il caos e terrorizzare (un esempio dei nostri tempi sono state le comunicazioni, spesso contradditorie, durante la Pandemia COVID19, con gli assalti ai supermercati, alle mascherine e alle taniche di Amuchina) o, ancora peggio, paralizzare (se l’informazione è ritenuta non fattibile o non in grado di cambiare le cose, le persone possono non intraprendere alcuna azione e rassegnarsi)!
In conclusione, il futuro del marketing dovrà tenere conto di queste considerazioni e adottare approcci più etici ed empatici per raggiungere i risultati desiderati senza sfruttare le paure delle persone e anticipandone i bisogni. Inoltre, ricordiamo che la paura è la leva emozionale più forte, ma nelle strategie comunicative e di marketing non è l’unica utilizzabile: gioia, felicità, sorpresa, attesa e rabbia, ad esempio, rappresentano ottime leve per raggiungere e stimolare il proprio target.
Analisi SWOT: esempi concreti e mappa di utilizzo
Prima di intraprendere, o anche solo pensare, a una strategia di vendita è importante avere una solida base di analisi dei dati. Significa cioè che non puoi subito buttarti in azioni di marketing dirette senza avere ben presente il quadro generale della situazione. Non puoi iniziare a costruire una casa dalle finestre insomma.
L’analisi SWOT è paragonabile a una parte delle fondamenta della tua casa, quella che regge i muri portanti.
Il nome deriva dall’acronimo di Strengths, Weaknesses, Opportunities e Threats, cioè punti di forza, di debolezza, opportunità e minacce.
Quando ci si appresta a elaborare una strategia di marketing è di vitale importanza conoscere alla perfezione ciò che si vuole vendere o in generale l’azienda o il prodotto su cui si vuole investire. Per farlo c’è l’analisi SWOT.
Quest’analisi ci aiuta a capire su cosa investire il nostro budget, attraverso quali canali e in che modo farlo. Ci aiuta a cogliere le opportunità che il mercato ci offre e a difenderci dalle minacce. Ma andiamo nel dettaglio.
Punti di forza
Che cos’ha in più il tuo prodotto? Cosa ti contraddistingue dagli altri? Qual è il tuo valore aggiunto? Cerca di trovare la caratteristica che ti distingue da chi vende il tuo stesso prodotto. A volte questa caratteristica è qualcosa che hai sotto gli occhi ma che non hai mai pensato di evidenziare. Ad esempio, prendiamo il brand di abbigliamento Sézane il cui pay off è “Born in Paris”. Il valore aggiunto di questo brand è quello di proporre al mondo capi di abbigliamento dal taglio francese che sono stati pensati e studiati proprio a Parigi.

Fonte: Dribble
Punti di debolezza
Conoscere bene le proprie debolezze è il primo passo per superarle. In ambito marketing i punti di debolezza sono le caratteristiche che i tuoi concorrenti hanno migliori di te. Per esempio, più anni di esperienza, una materia prima migliore, figure specializzate in un determinato campo, ecc.
Può anche succedere che un punto di debolezza si trasformi in un’opportunità o in un punto di forza. Vediamo il posizionamento che Citroen ha creato per la piccola Ami.


Fonte: Citroën
Opportunità
Le opportunità riguardano le condizioni esterne del mercato in cui vuoi andare ad inserirti e che potrebbero darti un vantaggio.
Per esempio, la nascita di Tik Tok, un social network frequentato per la maggior parte da under 25, diventa una grande opportunità nel momento in cui il tuo obiettivo è far conoscere un prodotto che ha come target i più giovani.
Oppure, ancora più semplice: sulle piattaforme streaming sta spopolando la serie Mercoledì, quindi un negozio di abbigliamento sfrutta l’opportunità per vendere magliette con il logo di quella serie tv, con l’adorabile viso di Jenna Ortega o semplicemente proponendo un abbigliamento più gothic facendoci tornare indietro nel tempo di 15 anni.

Fonte Amazon
Minacce
Le minacce sono tutti quei fattori indipendenti dal tuo controllo che potrebbero compromettere la visibilità e le vendite del tuo prodotto.
Per chi vende auto, il continuo aumento dell’energia è una seria minaccia sia per i veicoli a benzina, sia per quelli elettrici. Oppure l’apertura di una nuova gelateria in una zona centrale potrebbe portare meno clienti alle gelaterie storiche.
Anche in questo caso le minacce si possono trasformare in opportunità. Prendiamo per esempio l’ultimo spot pubblicitario di Dash Power PODs: la minaccia del caro energia ha spinto Dash a produrre capsule capaci di pulire a fondo anche con cicli brevi oltre che con basse temperature.

Fonte: Dash
Alla fine di questa analisi puoi riassumere i punti uno schema come il seguente (una matrice 2×2):

Ricorda che i punti di forza e di debolezza sono interni al prodotto, puoi gestirli e intervenire; le opportunità e le minacce invece non dipendono da te e devi essere in grado di sfruttarle al meglio e limitarne i danni.
Attenzione a non basarti troppo sul tuo punto di vista e la tua soggettività, uno dei fattori che possono portare a un’analisi SWOT sbilanciata e non basata su dati concreti.
Suggerimento: non iniziare mai da solo o da sola l’analisi SWOT, la combinazione di più cervelli pensanti aiuterà a far emergere tanti aspetti che una persona sola non sarebbe in grado di vedere.
Quando utilizzare l’analisi SWOT?
L’analisi SWOT deve essere la bussola per ogni decisione da prendere all’interno di un’azienda o a riguardo di un prodotto, ma ci sono alcuni casi in cui è più fondamentali rispetto ad altri:
- Sviluppare una strategia aziendale: consente di comprendere la posizione dell’azienda sul mercato e di sviluppare una strategia basata sui suoi punti di forza e sulle opportunità del mercato.
- Prendere decisioni di marketing: aiuta a identificare il target di mercato e a sviluppare campagne di marketing efficaci.
- Valutare la concorrenza: consente di identificare i punti di forza e di debolezza dei concorrenti, e di sviluppare una strategia per superarli.
- Prendere decisioni di investimento: l’analisi SWOT può aiutare le aziende a identificare le opportunità di investimento nel mercato.
In conclusione, l’analisi SWOT è uno strumento utile per valutare i propri punti di forza, le proprie debolezze, le opportunità e le minacce nel mercato. Tuttavia è solo il primo passo, è importante utilizzarla e affiancarla ad un’analisi più ampia del mercato e della concorrenza (per esempio il Benchmarking) per prendere decisioni basate su dati concreti e sulla realtà del mercato.
Obiettivi SMART e come raggiungerli con la comunicazione
Come si definiscono gli obiettivi di comunicazione?
Facciamo un passo indietro. Gli obiettivi di comunicazione sono un elemento fondamentale per ogni piano di comunicazione e la loro definizione permette di stabilire quale risultato vogliamo raggiungere e come intendiamo raggiungerlo.
Un piano di comunicazione è uno strumento attraverso cui si definisce, si descrive e si pianifica la comunicazione della propria azienda o organizzazione. È un processo circolare che prevede 4 fasi interdipendenti:
- Fase di analisi: comprendere ed analizzare lo scenario interno ed esterno all’azienda (è in questa fase in cui si mette in pratica, ad esempio, l’analisi SWOT (link articolo);
- Fase di strategia: si definiscono obiettivi, target (modello Personas) e strategie di comunicazione (Value Proposition, Copy Strategy);
- Fase operativa: si definiscono tattiche e scelte operative in linea con gli obiettivi e il target (communication mix, contenuti e piano editoriale, budget);
- Fase di valutazione e verifica: non si limita alla verifica finale, ma è una fase da operare prima, durante e dopo il piano di comunicazione per intercettare eventuali modifiche o integrazioni da attuare.
La definizione degli obiettivi si colloca dunque nella fase di strategia.
nnanzi tutto, è importante comprendere che gli obiettivi di comunicazione non sono gli stessi degli obiettivi di business: i primi riguardano la comunicazione stessa, il cui scopo è quello di facilitare il raggiungimento degli obiettivi di business.
Ad esempio, se l’obiettivo di business è di aumentare le vendite, un obiettivo di comunicazione potrebbe essere quello di accrescere la Brand Awareness (la consapevolezza del brand); questo, a sua volta, può aumentare l’interesse per il prodotto e quindi portare all’aumento delle vendite.
“Nella strategia di comunicazione è importante avere chiari gli obiettivi di business aziendali per poter allineare le scelte comunicative alle finalità economiche e commerciali dell’azienda, in totale sinergia”.[i]
Gli obiettivi definiscono il tema a cui la comunicazione dovrà rispondere, anticipando così eventuali problemi comunicativi che potrebbero insorgere successivamente: che cosa vogliamo raggiungere? Come lo comunichiamo? A chi? Con quali strumenti e attraverso quali canali? Qual è il nostro target di riferimento? La definizione degli obiettivi di comunicazione deve essere basata su questi elementi.
Quali sono gli obiettivi di comunicazione più comuni?
- Aumentare la Brand Awareness
- Migliorare la Brand Image
- Generare Lead (contatti)
- Aumentare il traffico negli store digitali e fisici
Esiste un metodo per la definizione degli obiettivi?
Certo che sì! Si chiama metodo SMART ed è stato sviluppato dall’economista Peter Drucker, il quale sottolinea quanto sia importante definire degli obiettivi per ottenere elevate prestazioni aziendali.
In cosa consiste il metodo SMART?
È una sorta di mappa che ci aiuta a raggiungere i nostri obiettivi con più facilità, indicando anche come un obiettivo debba essere:
- SPECIFIC: Specifico
- MEASURABLE: Misurabile
- ACHIEVABLE: Realistico e realizzabile
- RELEVANT: Rilevanti e utili
- TIME-BASED: Con una scadenza precisa
Quando definiamo un obiettivo in modo SMART, siamo in grado di chiarire esattamente cosa vogliamo raggiungere, come lo misureremo, quando lo raggiungeremo, se è raggiungibile e se è pertinente ai nostri obiettivi generali.

Esempi di obiettivi SMART
Immaginate di avere un arcobaleno di obiettivi SMART: ogni colore rappresenta una fase diversa del vostro percorso verso l’obiettivo finale. Il rosso potrebbe rappresentare la fase “Specifico”, dove si definisce in modo preciso l’obiettivo da raggiungere. Il giallo potrebbe rappresentare la fase “Misurabile”, dove si definisce come si misurerà il successo del vostro obiettivo. Il verde potrebbe rappresentare la fase “Realistico”, dove si verifica se l’obiettivo è fattibile e realistico. Il blu potrebbe rappresentare la fase “Rilevante”, dove si verifica se l’obiettivo è importante per i vostri obiettivi generali. Infine, il viola potrebbe rappresentare la fase “Scadenza”, dove si definisce una data precisa entro cui raggiungere l’obiettivo.
Ecco alcuni esempi di obiettivi SMART:
Aumentare le vendite online del 20% al mese: questo obiettivo è specifico, misurabile e raggiungibile, perché è stabilito un obiettivo percentuale tangibile. È anche pertinente per la salute finanziaria del business.
Aumentare la fedeltà dei clienti del 30% entro sei mesi: questo obiettivo è specifico, misurabile, raggiungibile è costruito sul tempo. Inoltre, è pertinente per il successo del business.
Leggere almeno un libro al mese: questo obiettivo è specifico, misurabile e raggiungibile. Tuttavia, non è basato sul tempo e non è pertinente per un obiettivo specifico, rendendolo meno efficace come obiettivo smart.
Gli obiettivi SMART sono quindi estremamente utili perché ci aiutano a rimanere concentrati sui propri obiettivi e a non perdersi nei dettagli. Quando si ha un obiettivo chiaro e specifico, si può lavorare con maggiore efficienza e concentrazione, sapendo esattamente cosa fare e come farlo.
Inoltre, gli obiettivi SMART aiutano a misurare il progresso e a tenere traccia dei risultati. Questo può dare un senso di soddisfazione e motivare a continuare a lavorare duramente per raggiungere i propri obiettivi.
In sintesi, gli obiettivi SMART sono uno strumento incredibilmente utile per definire obiettivi chiari e misurabili, che ci aiutano a rimanere concentrati sui nostri obiettivi e a tenere traccia dei nostri progressi.
[1] “La strategia di comunicazione nell’era postdigitale”, Maria Pia Favaretto, 2020, p.154
Brand ombrello: perché funziona e quali sono i vantaggi nel diversificare l’identità del marchio.
Da dove nasce un marchio? Quale filosofia c’è dentro a un logo? Quando si tratta di creare un’immagine forte e duratura per un marchio, le strategie di branding svolgono un ruolo cruciale. In questo articolo, esploreremo la strategia del cosiddetto brand ombrello.
Brand ombrello
Il branding a ombrello è una strategia che coinvolge l’utilizzo di un marchio principale per coprire una vasta gamma di prodotti o servizi. Questa tecnica permette alle aziende di creare un’identità coerente e riconoscibile attraverso diverse linee di prodotti. Queste a ciascuna delle linee di prodotto viene assegnato un brand con un’identità specifica spesso molto diversa da quella del brand principale.
In questo modo un’azienda può sperimentare un nuovo prodotto con un brand ad hoc non riconducile al marchio principale, così l’azienda madre è tutelata in caso di fallimento del prodotto. Più avanti vedremo nel dettaglio tutti i vantaggi, ora passiamo a qualche esempio pratico.
Una Coca-Cola per tutti
Coca-Cola: Coca-Cola è un marchio principale che ha creato una vasta gamma di diramazioni, come Diet Coke, Coca-Cola Zero, Coca-Cola Cherry e altri ancora. Ogni brand offre una variazione del prodotto principale, mantenendo comunque l’identità distintiva di Coca-Cola. In questo modo Coca-Cola riesca a intercettare tutte target che si discostano dal pubblico che acquisterebbe la Coca-Cola originale.
Per esempio chi sta cercando di limitare il consumo di zuccheri non acquisterebbe mai una Coca-Cola Original ma una Coca-Cola Zero forse sì.

Yamaha: dagli autodromi alle sale da concerto
Questo brand giapponese è il perfetto esempio di brand ombrello. La sua particolarità è che non ha dato nomi specifici alle linee dei suoi prodotti, ma sono tutte sono l’ombrello di Yamaha anche per quanto riguarda il nome. Dalle moto ai pianoforti.

Virgin: c’era una volta una compagnia aerea
Forse non tutti sanno che il gruppo Virgin è nato tra gli anni ’60 e ’70 da una compagnia aerea. Ora Virgin comprende tante società al suo interno, la cui più famosa, almeno in Italia, è sicuramente Virgin Radio. E non si ferma. Questo gruppo è in rapida crescita come dimostra la creazione di Virgin Active, una catena di palestre, e l’ambizioso programma spaziale Virgin Galactic.

Quali sono quindi i vantaggi di utilizzare un brand ombrello?
- Diversificazione del mercato: I sottobrand consentono di raggiungere una vasta gamma di segmenti di mercato, catturando l’attenzione di diversi gruppi di consumatori, senza perdere l’identità originaria.
- Segmentazione: utilizzando altri brand, un’azienda può suddividere la sua gamma di prodotti o servizi in categorie chiare e facilmente riconoscibili. Ciò semplifica la comunicazione e la commercializzazione di ciascuna linea di prodotti, offrendo agli utenti contenuti specifici per ciascun prodotto.
- Fiducia: un marchio principale forte, supportato da brand coerenti, contribuisce a creare fiducia e riconoscibilità nei confronti dei consumatori. Quando i clienti hanno avuto esperienze positive con un particolare brand, saranno più propensi a esplorare altri marchi all’interno del brand ombrello.
- Sperimentazione: con un brand nato da poco un grande gruppo può permettersi la sperimentazione e il rischio. Lanciando un nuovo prodotto con un nome e un logo distinto da quello principale, non ci saranno rischi in caso di flop, almeno per quanto riguarda la solidità del brand principale e la fiducia dei consumatori non verrà infranta.
Proprio per questo ultimo punto spesso è difficile risalire al brand ombrello, le aziende non vogliono far sapere che una Lexus viene prodotta negli stabili menti Toyota, oppure che lo stesso brand ombrello racchiude Pringles e Pampers.
Business Model Canvas: la chiave per una strategia aziendale di successo
Nel mondo degli affari, avere una strategia aziendale chiara e solida è essenziale per il successo di un’impresa. Ma come si sviluppa e si comunica in modo efficace una strategia vincente? Qui entra in gioco il Business Model Canvas, uno strumento semplice ma potente che aiuta gli imprenditori e i manager a definire, analizzare e comunicare la propria strategia in modo chiaro e strutturato. In questo articolo, esploreremo la definizione del Business Model Canvas, la sua struttura e come può essere utilizzato come guida strategica per ottenere risultati di successo.
Che cos’è il Business Model Canvas e com’è strutturato?
Il Business Model Canvas è uno strumento visivo sviluppato da Alexander Osterwalder e Yves Pigneur che permette di descrivere, analizzare e progettare i modelli di business delle imprese.
Il Business Model Canvas è strutturato in una griglia composta da nove blocchi, ognuno dei quali rappresenta un elemento chiave del modello di business, gli aspetti fondamentali di un’impresa e la sua proposta di valore, e può essere compilato con informazioni specifiche. Questi blocchi includono segmenti di clientela, proposta di valore, canali di distribuzione, rapporti e relazioni con i clienti, costi e ricavi, risorse chiave, attività chiave e partners chiave.

Vediamoli più in dettaglio:
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- I clienti vengono descritti, suddivisi e raggruppati sulla base, ad esempio, di bisogni, interessi e canali di comunicazione;
- Il valore deve essere qualcosa di utile che l’azienda è in grado di offrire ai clienti;
- I canali sono i mezzi con cui il valore che l’azienda offre raggiunge i clienti nelle diverse fasi di comunicazione, vendita e post-vendita;
- Le relazioni con i clienti sono rappresentate da tutti i modi in cui l’azienda acquisisce, mantiene e fidelizza i clienti, con un occhio alla Customer Experience. In questo blocco è importante considerare strategie che consolidano l’immagine aziendale e che permettono comunicazioni efficaci.
- I ricavi sono quelli generati dai clienti. È importante definire i prezzi e successivamente analizzare come e per quali prodotti e servizi essi pagano;
- Le risorse chiave rappresentano ciò che serve all’azienda perché sia in grado di produrre valore per il cliente (risorse umane, fisiche, intellettuali e finanziarie);
- Le attività chiave rappresentano tutto ciò che si inventa, produce e pubblicizza per creare valore per i clienti e relazioni con essi;
- I partners chiave, o partnership, sono rappresentati da tutte le realtà con cui l’azienda coopera, collabora e crea alleanze strategiche (ad esempio con i fornitori), che permettono di creare valore da offrire al cliente, riducendo rischi e costi.
- I costi, che possono essere fissi e variabili, sono quelli sostenuti dall’azienda per creare e gestire attività e risorse.
Riassumendo:
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- risorse, attività e partners contribuiscono a creare il valore e rappresentano i costi
- attraverso le relazioni si comunicano i valori ai clienti, che vengono raggiunti utilizzando i diversi canali;
- i clienti sono quelli che pagando generano ricavi per l’azienda
- guadagno = ricavi – costi (e sapete bene che è preferibile avere un guadagno maggiore di zero…).

Come e quando utilizzarlo?
Il Business Model Canvas è uno strumento flessibile che può essere utilizzato in diverse fasi del ciclo di vita di un’impresa. Può essere utilizzato per sviluppare un nuovo modello di business, valutare e migliorare un modello di business esistente o comunicare in modo chiaro la strategia aziendale a stakeholder interni ed esterni. Il canvas permette una visione panoramica del modello di business, facilitando l’identificazione di punti di forza, debolezze, opportunità e minacce.
Quali sono i vantaggi?
Tra i numerosi vantaggi che il Business Model Canvas offre alle imprese che lo utilizzano come strumento strategico, ecco i principali:
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- favorisce una comprensione chiara e concisa del modello di business, una comunicazione migliore tra i membri del team e facilita l’allineamento delle attività e sforzi degli attori coinvolti verso obiettivi comuni;
- stimola la creatività e l’innovazione, spingendo le imprese a esplorare nuove possibilità, cogliere e adattarsi alle esigenze di un mercato sempre più soggetto a frequenti cambiamenti per differenziarsi dalla concorrenza;
- aiuta a identificare potenziali aree di miglioramento e a prendere decisioni strategiche basate su una visione globale dell’impresa, grazie alla possibilità di visualizzare e analizzare i punti di forza e le debolezze.
In conclusione, il Business Model Canvas rappresenta un’importante risorsa strategica per le imprese di ogni settore e dimensione. Offre una visione completa e strutturata del modello di business, facilitando l’analisi, l’innovazione e la comunicazione efficace. L’utilizzo di questo potente strumento può aiutare le imprese a sviluppare strategie solide e adattabili, contribuendo al loro successo nel mercato globale sempre più competitivo.